Ci sono voluti anni perché le lampade da lavoro e le sedie di metallo trovassero la loro strada dalle fabbriche alle case. | on | Design Industriale | 2015-09-29 | 16 | 2016-05-30 09:22:09 | 119 | no | 2299 | living | 120 | - | {"titolo":"Design Industriale","abstract":"Ci sono voluti anni perché le lampade da lavoro e le sedie di metallo trovassero la loro strada dalle fabbriche alle case. ","testo":" Design Industriale \r\n\r\n Come sempre, per vedere l’immagine meglio “cliccate\" su le foto! \r\n\r\n “Il disign industriale è l'uso sia di arti applicate che di scienza applicata al fine di migliorare estetica, ergonomia, funzionalità e/o usabilità di un prodotto, e si può occupare anche del miglioramento della commerciabilità o persino della produzione” (Wikipedia). \r\nNegli anni 20 c’è il boom di fabbriche in Europa. Architetti, ingegneri e operai disegnano mobili funzionali, lampade per la vita lavorativa. Spesso questi anonimi progetti oggi sono considerati “Archetypen der Moderne” (Pionieri del moderno) e sono diventati pezzi da collezionismo. \r\n\r\n PHOTO2299 PHOTO2301 \r\n\r\n Ogni volta che qualcosa della nostra cultura sparisce, ritorna poi in un'altra forma: come pezzo da collezione, come oggetto raro o di moda. Quando è uscito il formato MP3, la gente ha cominciato di nuovo a comprare i vecchi 33giri. Quando i libri si sono potuti comprare come e-book, sono saliti i prezzi per le prime edizioni. Quando a Bruxelles non hanno più permesso le lampadine a 60 Watt, i designer hanno cominciato a copiare la loro luce calda. \r\nIl nostro modo di lavorare è cambiato, possiamo portare il lavoro con noi in forma di ipad o iphone, si amalgama con la nostra vita, non abbiamo più i classici orari di ufficio. E vedete cosa succede: nelle case private, nelle agenzie o ristoranti famosi troviamo le pesanti lampade delle fabbriche! Le persone creative si siedono su duri sgabelli e appoggiano la loro nuova tecnologia su stra usati tavoli da lavoro che venivano impiegati già nei tempi di Charles Lindbergh per questo scopo. \r\n\r\n PHOTO2300 PHOTO2302 \r\n\r\n Amiamo le bolle e saldature, il colore saltato, i piedi di ghisa di questi pezzi perché parlano di storia, continuità e autenticità. Spesso non sono neanche dei designer importanti che hanno sviluppato per esempio gli spogliatoi della “Strafor”, le sedie girevoli dalla “Singer”, gli sgabelli della “Rowac”. Spesso si tratta proprio di ingegneri che sono diventati designer, che con i loro funzionali progetti hanno creato dei classici. Questi mobili di fabbrica hanno avuto un unico scopo: funzionalità! \r\nLa passione per il metallo come materiale era nell'aria negli anni 20. Anche i maestri dello stile “Bauhaus” facevano propaganda per il “tempo delle macchine”. Marcel Breuer ha creato la sua poltrona “Wassily”, Mart Stam e Mies van der Rohe sviluppano nel 1927 la prima sedia “cantilever” in acciaio. \r\nMa ci sono voluti anni perché le lampade da lavoro e le sedie di metallo trovassero la loro strada dalle fabbriche alle case. \r\n\r\n PHOTO2303 PHOTO2304 \r\n\r\n Quando negli anni 70 in Europa occidentale e in America comincia la deindustrializzazione, è diventato di moda a Londra, New York, Parigi e San Francisco abitare nei Loft (piani delle vecchie fabbriche come spazio aperto). Prima sono gli artisti ad abbracciare questo trend, poi anche la classe media ha adottato questo nuovo stile di abitazione. Muri di mattoni, pavimenti di cemento trasmettono più autenticità del cartongesso, per questo non è un modo di vivere adatto a tutti. Nel 1982 Sharon Zukin ha scritto in “Loft Living” che solo le persone che non conoscono il fumo e il sudore di una fabbrica possono chiamare un Loft romantico e interessante! \r\nDopo il nuovo millennio e con lo sviluppo del mondo digitale comincia la seconda era dell’industrie-design. Tutto ha inizio a Parigi con un paio di gallerie nel Marais; qui si vendono lampade e mobili di vecchie fabbriche. Questo trend si diffonde in tutta Europa. Al giorno d'oggi questi mobili francesi sono difficili da trovare e per questo sono preziosi. \r\n\r\n PHOTO2305 PHOTO2306 \r\n\r\n La differenza dello stile Loft-chic degli anni ‘80 in confronto a oggi è che lo charme grezzo dello stile industriale si mescola con i mobili del Mid-Century, con il legno e con i colori caldi. Vogliamo più calore nei tempi della digitalizzazione! \r\n\r\n PHOTO2307 PHOTO2308 \r\n
Per questo vorrei presentarvi il negozio “Atelier NeoRetrò” a Milano, Via Luigi Canonica 6, tel. 02/39524071, www.neoretro.it \r\nI protagonisti di questo negozio sono Daniela e Paolo Rodriguez che nella loro vita si sono reinventati numerose volte, imboccando direzioni completamente diverse, ma mantenendo sempre la strada maestra della passione. \r\n\r\n PHOTO2311 PHOTO2309 \r\n\r\n Quello che per anni per loro è stato solo un passatempo, si è infine trasformato in un vero lavoro: il negozio NeoRetrò. Daniela, narratrice e guida ufficiale dei due piani di esposizione e Paolo che, tra un restauro e l'altro, sbuca dagli antri del suo laboratorio adiacente. Ed è proprio questo dettaglio a rendere lecito l'utilizzo del termine “Atelier” nella descrizione del negozio: non semplicemente l'utilizzo modaiolo di un francesismo che certo rende il tutto più trendy e chic, ma sopratutto un dato di fatto, ossia che prima di essere esposto, ogni mobile passa dalle capaci mani di Paolo. \r\n\r\n PHOTO2310 PHOTO2319 \r\n\r\n Non è un negozio qualunque dove potete trovare sempre gli stessi mobili, lampade, ecc. L'offerta cambia in funzione di cosa trovano Daniela e Paolo nei loro giri fra i mercati e con il passaparola e poi una cosa va certamente sottolineata: hanno l'occhio e la conoscenza della materia! Sono bravi, vedono le cose già finite, il diamante dietro una patina di anni. \r\n\r\n PHOTO2313 PHOTO2315 \r\n\r\n Un tocco in più di questa attività è l'opportunità che loro danno di affittare mobili, valige, lampade, sedie ecc. per un servizio fotografico, un set cinematografico o altro. Inoltre la loro ultima novità è destinata agli sposi e wedding planner. Qui dovete parlare con loro! Una cosa nuovissima! Non vorrei svelarla io! \r\n\r\n PHOTO2314 PHOTO2316 \r\n\r\n Io passo sempre dal loro negozio quando vado a Milano. Un insieme di cose sempre diverse che mi fanno innamorare e danno alla mia casa un tocco di particolarità. Poi il loro cane “Totò”: l'adoro e mi fa le feste ogni volta quando mi vede. Forse lo pagano per essere così affettuoso con i clienti! Sto scherzando! \r\n\r\n PHOTO2317 PHOTO2318 \r\n\r\n Da un paio di mesi vedete anche sempre più spesso la loro figlia Lara, che sta imparando dai genitori il mestiere. Perché di questo stiamo parlando! \r\n"} | Design Industriale
Come sempre, per vedere l’immagine meglio “cliccate" su le foto!
“Il disign industriale è l'uso sia di arti applicate che di scienza applicata al fine di migliorare estetica, ergonomia, funzionalità e/o usabilità di un prodotto, e si può occupare anche del miglioramento della commerciabilità o persino della produzione” (Wikipedia). Negli anni 20 c’è il boom di fabbriche in Europa. Architetti, ingegneri e operai disegnano mobili funzionali, lampade per la vita lavorativa. Spesso questi anonimi progetti oggi sono considerati “Archetypen der Moderne” (Pionieri del moderno) e sono diventati pezzi da collezionismo.
Ogni volta che qualcosa della nostra cultura sparisce, ritorna poi in un'altra forma: come pezzo da collezione, come oggetto raro o di moda. Quando è uscito il formato MP3, la gente ha cominciato di nuovo a comprare i vecchi 33giri. Quando i libri si sono potuti comprare come e-book, sono saliti i prezzi per le prime edizioni. Quando a Bruxelles non hanno più permesso le lampadine a 60 Watt, i designer hanno cominciato a copiare la loro luce calda. Il nostro modo di lavorare è cambiato, possiamo portare il lavoro con noi in forma di ipad o iphone, si amalgama con la nostra vita, non abbiamo più i classici orari di ufficio. E vedete cosa succede: nelle case private, nelle agenzie o ristoranti famosi troviamo le pesanti lampade delle fabbriche! Le persone creative si siedono su duri sgabelli e appoggiano la loro nuova tecnologia su stra usati tavoli da lavoro che venivano impiegati già nei tempi di Charles Lindbergh per questo scopo.
Amiamo le bolle e saldature, il colore saltato, i piedi di ghisa di questi pezzi perché parlano di storia, continuità e autenticità. Spesso non sono neanche dei designer importanti che hanno sviluppato per esempio gli spogliatoi della “Strafor”, le sedie girevoli dalla “Singer”, gli sgabelli della “Rowac”. Spesso si tratta proprio di ingegneri che sono diventati designer, che con i loro funzionali progetti hanno creato dei classici. Questi mobili di fabbrica hanno avuto un unico scopo: funzionalità! La passione per il metallo come materiale era nell'aria negli anni 20. Anche i maestri dello stile “Bauhaus” facevano propaganda per il “tempo delle macchine”. Marcel Breuer ha creato la sua poltrona “Wassily”, Mart Stam e Mies van der Rohe sviluppano nel 1927 la prima sedia “cantilever” in acciaio. Ma ci sono voluti anni perché le lampade da lavoro e le sedie di metallo trovassero la loro strada dalle fabbriche alle case.
Quando negli anni 70 in Europa occidentale e in America comincia la deindustrializzazione, è diventato di moda a Londra, New York, Parigi e San Francisco abitare nei Loft (piani delle vecchie fabbriche come spazio aperto). Prima sono gli artisti ad abbracciare questo trend, poi anche la classe media ha adottato questo nuovo stile di abitazione. Muri di mattoni, pavimenti di cemento trasmettono più autenticità del cartongesso, per questo non è un modo di vivere adatto a tutti. Nel 1982 Sharon Zukin ha scritto in “Loft Living” che solo le persone che non conoscono il fumo e il sudore di una fabbrica possono chiamare un Loft romantico e interessante! Dopo il nuovo millennio e con lo sviluppo del mondo digitale comincia la seconda era dell’industrie-design. Tutto ha inizio a Parigi con un paio di gallerie nel Marais; qui si vendono lampade e mobili di vecchie fabbriche. Questo trend si diffonde in tutta Europa. Al giorno d'oggi questi mobili francesi sono difficili da trovare e per questo sono preziosi.
La differenza dello stile Loft-chic degli anni ‘80 in confronto a oggi è che lo charme grezzo dello stile industriale si mescola con i mobili del Mid-Century, con il legno e con i colori caldi. Vogliamo più calore nei tempi della digitalizzazione!
Per questo vorrei presentarvi il negozio “Atelier NeoRetrò” a Milano, Via Luigi Canonica 6, tel. 02/39524071, www.neoretro.it I protagonisti di questo negozio sono Daniela e Paolo Rodriguez che nella loro vita si sono reinventati numerose volte, imboccando direzioni completamente diverse, ma mantenendo sempre la strada maestra della passione.
Quello che per anni per loro è stato solo un passatempo, si è infine trasformato in un vero lavoro: il negozio NeoRetrò. Daniela, narratrice e guida ufficiale dei due piani di esposizione e Paolo che, tra un restauro e l'altro, sbuca dagli antri del suo laboratorio adiacente. Ed è proprio questo dettaglio a rendere lecito l'utilizzo del termine “Atelier” nella descrizione del negozio: non semplicemente l'utilizzo modaiolo di un francesismo che certo rende il tutto più trendy e chic, ma sopratutto un dato di fatto, ossia che prima di essere esposto, ogni mobile passa dalle capaci mani di Paolo.
Non è un negozio qualunque dove potete trovare sempre gli stessi mobili, lampade, ecc. L'offerta cambia in funzione di cosa trovano Daniela e Paolo nei loro giri fra i mercati e con il passaparola e poi una cosa va certamente sottolineata: hanno l'occhio e la conoscenza della materia! Sono bravi, vedono le cose già finite, il diamante dietro una patina di anni.
Un tocco in più di questa attività è l'opportunità che loro danno di affittare mobili, valige, lampade, sedie ecc. per un servizio fotografico, un set cinematografico o altro. Inoltre la loro ultima novità è destinata agli sposi e wedding planner. Qui dovete parlare con loro! Una cosa nuovissima! Non vorrei svelarla io!
Io passo sempre dal loro negozio quando vado a Milano. Un insieme di cose sempre diverse che mi fanno innamorare e danno alla mia casa un tocco di particolarità. Poi il loro cane “Totò”: l'adoro e mi fa le feste ogni volta quando mi vede. Forse lo pagano per essere così affettuoso con i clienti! Sto scherzando!
Da un paio di mesi vedete anche sempre più spesso la loro figlia Lara, che sta imparando dai genitori il mestiere. Perché di questo stiamo parlando!
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2309 | articoli_119_10.jpg | Daniela e Paolo, NeoRetrò | |
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